Ora i romeni di Sanremo temono una deriva xenofoba all’italiana

10 ottobre 2007 | 16:07
Share0
Ora i romeni di Sanremo temono una deriva xenofoba all’italiana

Una numerosa comunità si è insediata tra le vecchie mura della Pigna, ma non c’è integrazione

La Pigna di Sanremo, il nucleo più consistente del Centro storico della città, è da più di mezzo secolo, da quando cioè il cuore economico- amministrativo dell’antica Matuzia si è spostato nella città ottocentesca che sorge in riva al mare, il luogo ove si concentrano il maggior numero di immigrati della città. E’ stato così negli anni sessanta e settanta del secolo passato con l’arrivo dei calabresi e dei siciliani, è stato così alla fine del novecento con l’arrivo di albanesi, sudamericani e magrebini, è così oggi con l’arrivo dei romeni, cittadini neo- comunitari. Le ragioni che portano i nuovi immigrati di qualunque provenienza a cercare alloggio entro le mura dell’antica “ Civitas Sancti Romuli” sono essenzialmente legate al basso costo degli affitti che in altri quartieri della città non possono essere sostenuti da nuclei famigliari generalmente a basso reddito in cui lavora quasi sempre solo il marito muratore, per giunta alcune volte in nero. Quelle donne che lavorano invece sono quasi sempre impiegate nei servizi nelle case dei ricchi o nei servizi alle persone non autosufficienti. La differenza tra l’immigrazione extra- comunitaria e quella neo- comunitaria, costituita numericamente a Sanremo quasi totalmente da polacchi e romeni, consiste nel fatto che, mentre i primi sono perlopiù uomini o donne, nel caso delle sudamericane, sole che con molta fatica riescono dopo anni di duro lavoro a portarsi dietro la famiglia, i secondi, grazie al fatto di essere cittadini dell’Unione europea, immigrano qua già con moglie e bimbi appresso. Si dovrebbe dunque trattare di un’immigrazione facilmente integrabile giacché in pochi mesi i bambini provenienti dal paese carpatico, frequentando la scuola italiana e già parlando un idioma neo- latino, sono in grado di esprimersi in italiano. Invece per tutta una serie di circostanze non è così e  da un po’ di tempo i romeni sono la nazionalità che più fa paura agli italiani. Per questo motivo i molti immigrati che abitano in Pigna ora cercano di nascondere le proprie origini, di mimetizzarsi e di frequentare solamente i loro connazionali. Nel bel mezzo della città vecchia esiste il centro “ Virgen de la Guadalupe”, condotto dalle suore della Sapienza. Molte donne immigrate lo frequentano perché qui si tengono corsi di computer, italiano e cucito, cioè tutto ciò che una donna immigrata sarebbe bene che conoscesse. La sua fondatrice Suor Agnese lancia un appello agli italiani perché accolgano senza pregiudizi “ …questi nostri fratelli cristiani dell’Europa centro- orientale”, ma le sensibilità autoctone disposte a raccoglierne l’appello sembrano essere davvero poche. Ce lo confermano alcune donne romene all’uscita dal centro: “ Ora abbiamo paura per la nostra incolumità e per quella dei nostri figli”, afferma Ana che al suo paese faceva la maestra, “ Contro di noi state mostrando il vostro volto peggiore e più feroce, dimostrando un atteggiamento razzista e xenofobo” continuano le sue amiche. Un volontario stamattina ci assicurava che mai nella storia recente d’Italia c’è stata una caccia così indiscriminata ad una nazionalità ben precisa: “ mai gli albanesi sono stati additati al disprezzo generale in questa maniera, mai i marocchini si sono visti riservare il trattamento riservato oggi ai cittadini di Bucarest, eppure anche loro sono stati coinvolti in fatti di sangue ed anche loro sono stati protagonisti delle cosiddette rapine in villa”. Mai il nostro paese ha assistito ad una deriva populista come quella instauratasi dopo l’ingresso di Bucarest nell’Unione Europea, complice forse anche il degrado morale dell’Italia come Mons. Betori, segretario Cei, ha recentemente sottolineato. Da parte sua Marian Mocanu, presidente della Lega dei romeni in Italia ha dichiarato: “ Siamo un’associazione apartitica ed intendiamo collaborare con tutte le Amministrazioni locali, sia di destra che di sinistra, della penisola per promuovere l’integrazione dei nostri connazionali con gli italiani. Tutto ciò è però particolarmente difficile anche a causa dell’atteggiamento che una certa stampa ed una certa televisione ha nei confronti dei miei connazionali, indiscriminatamente indicati come ladri, assassini e prostitute per colpa di una minoranza di delinquenti, logicamente presente in una comunità di più di un milione di immigrati. Spero che il nostro lavoro produca speranza per i romeni d’Italia”. Noi osserviamo che le Crociate populiste in genere hanno le gambe corte ma osserviamo anche che una certa deriva populista tra gli italiani si è rafforzata dopo la scomparsa di una forza politica forte di matrice cristiana. E’ forse un caso?